Il Ministro Gilberto Pichetto Fratin, plaude e condivide la spinta verso il nucleare, dettata dal Presidente di Confindustria Emanuele Orsini. Le posizione dell’associazione e soprattutto quella del ministro, argomenta ipotizzando ed enfatizzando un risparmio energetico di circa 34 miliardi entro il 2030, sembrano in totale controtendenza rispetto a quanto succede nel mondo ed in Europa.

Infatti, leggendo il rapporto Il rapporto “World Nuclear Industry 2024”, nonostante l’enfasi posta sui piccoli reattori modulari (SMR), i progetti che riguardano questa tecnologia continuano a subire ritardi o vengono cancellati in diverse parti del mondo. Attualmente, gli investimenti nelle energie rinnovabili superano di ben 27 volte quelli destinati alla costruzione di nuove centrali nucleari. In Europa, le energie solari ed eoliche, non solo hanno superato la produzione di elettricità dei combustibili fossili, ma hanno generato 721 TWh, che rappresentano quasi un quarto in più rispetto ai 588 TWh prodotti dall’energia nucleare, la cui capacità produttiva è in declino rispetto ai picchi raggiunti nel 2021. A giugno scorso, i 408 reattori nucleari operativi nel mondo rappresentavano una capacità installata di 367 GW, molto inferiore rispetto ai 19 TW di capacità fotovoltaica raggiunta a livello globale entro la fine del 2023.

Contrariamente alla percezione diffusa, l’energia nucleare non riesce a ritagliarsi uno spazio significativo nel mercato globale delle tecnologie di generazione elettrica. Il solare e lo stoccaggio energetico stanno emergendo come le soluzioni chiave per adattare le decisioni politiche alle attuali realtà industriali. L’industria nucleare continua a puntare sugli SMR, promessi come una soluzione economica e sicura per produrre energia su larga scala. Tuttavia, secondo le stime, queste aspettative sono smentite dal contesto attuale, dove le centrali nucleari ricevono sempre meno investimenti e faticano a competere con la capacità produttiva delle tecnologie rinnovabili.

Il rapporto “World Nuclear Industry 2024” evidenzia ancora che, sebbene la produzione nucleare nel 2023 sia aumentata, essa rimane comunque al di sotto dei livelli degli anni precedenti. Nell’ultimo anno, sono stati attivati cinque nuovi reattori, ma altrettanti, di dimensioni maggiori, sono stati chiusi, portando a una riduzione netta di 1 GW di capacità. La quota di energia nucleare nella produzione globale di elettricità è scesa al 91%, ben al di sotto del picco storico del 1996. A giugno, i 408 reattori nucleari attivi rappresentavano una capacità totale di 367 GW, con 34 unità in stato di interruzione a lungo termine. Negli ultimi vent’anni, il settore ha visto più chiusure che nuove aperture, con una netta riduzione del numero di impianti, soprattutto al di fuori della Cina, dove l’energia nucleare rimane marginale rispetto all’impetuosa crescita delle rinnovabili.

In Cina, ad esempio, nel 2023 è stato avviato un solo nuovo reattore nucleare con una capacità aggiuntiva di 1 GW, mentre nello stesso periodo sono stati installati impianti solari per oltre 200 GW. Il solare ha generato il 40% in più di energia rispetto al nucleare, e le energie rinnovabili non idroelettriche, principalmente solare, eolica e biomasse, hanno prodotto complessivamente quattro volte l’energia nucleare. A livello globale, le energie rinnovabili hanno aggiunto centinaia di gigawatt di nuova capacità ogni anno, con gli investimenti totali in queste tecnologie che nel 2023 hanno raggiunto un record di 623 miliardi di dollari, pari a 27 volte le cifre investite nel nucleare.

Il rapporto evidenzia un focus sull’Unione Europea, che ha raggiunto il più grande incremento di capacità rinnovabile mai registrato. Le rinnovabili ora coprono il 44% della produzione totale di elettricità, superando per la prima volta il 40%. In particolare, l’energia prodotta dagli impianti solari ed eolici ha toccato i 721 TWh, superando nettamente i 588 TWh prodotti dal nucleare. È la prima volta che le rinnovabili non idroelettriche generano più energia di tutti i combustibili fossili messi insieme, con l’eolico che da solo ha sorpassato la produzione di energia da gas fossile. La produzione da combustibili fossili è scesa del 19%, raggiungendo i livelli più bassi mai registrati.

I sostenitori del nucleare potrebbero sostenere che il ritardo degli SMR sia dovuto al loro mancato utilizzo su larga scala, ma il rapporto indica che il divario tra l’entusiasmo per i piccoli reattori modulari e la realtà è in costante aumento. Finora, nonostante l’attenzione e i fondi destinati agli SMR, non ci sono stati progressi significativi: i progetti continuano a essere rinviati o cancellati, senza che ci siano impianti operativi in Occidente.

Il resto del mondo ha già capito quali sono le tecnologie del futuro su cui investire; prima o poi anche l’Italia e le sue istituzioni dovranno adeguarsi a questa realtà, gli applausi del governo alla proposta di Confidustria appaiono motivati solo da esigenze di consensi, in considerazione della posizione avversa dell’associazione degli industriali italiani verso il Green Deal in generale.