Il 9 marzo l’associazione “ESODATI DEL SUPERBONUS” è stata accolta in audizione dai funzionari del MEF, a cui sono state ulteriormente illustrate le difficoltà e la disperazione in cui vivono committenti, lavoratori, professionisti ed imprese; il Direttivo degli esodati è stato rappresentato tra l’altro dal fondatore di NOI GREEN Salvatore De Martino. Di seguito il comunicato stampa dell’associazione ESODATI DEL SUPERBONUS, ed il video con la sintesi della lunga videoconferenza, tempi resi necessari dal grande interesse con cui sono state accolte le istanze e le proposte dei componenti della delegazione degli Esodati del Superbonus.

COMUNICATO STAMPA DELL’ASS.NE “ESODATI DEL SUPERBONUS”

Giovedì 9 marzo i membri del Direttivo dell’Associazione Esodati del Superbonus Domenico Passarella, Catalin Pintilie e Salvatore De Martino sono stati auditi al MEF dai rappresentanti del capo di Gabinetto Stefano Varone

Il nostro vice Presidente Domenico Passarella ha ribadito l’urgenza di risolvere in tempi strettissimi lo sblocco dei credti incagliati per evitare un disastro che sta portando sull’orlo del baratro 60 mila imprese con 963 mila addetti diretti e indiretti, famiglie che detengono circa il 50% del valore di crediti ammessi a detrazione e che rischiano di perdere la casa in quanto inadempienti. Sono stati quindi esposti i 10 punti di cui è composto il dossier presentato dall’Associazione il 27 febbraio scorso in Commissione Finanze della Camera dei Deputati. “La mancata liquidazione dei crediti incagliati porterebbe alla distruzione di un intero tessuto sociale, una deflagrazione fortissima di cui il governo subirebbe in pieno il contraccolpo a causa di una maggiore spesa dovuta all’aumento delle indennità di disoccupazione da pagare ai dipendenti licenziati e al mancato incasso degli oneri contributivi. Domenico Passarella ha poi continuato: “Qualcuno sta giocando con il fuoco e la politica ne sarà responsabile perché non si possono cambiare le leggi 32 volte. Non si può andare in televisione a dire che questo intervento è costato 2000 euro a testa, dichiarando una cosa non vera, quando il MEF in un comunicato stampa, precisamente il n. 34 – aggiunge Passarella mostrando il documento ripetutamente – dichiara che l’anno scorso, tra gennaio e dicembre, c’è stato un extra gettito nelle casse dello Stato per oltre 48 miliardi dovuto anche ai lavori del superbonus. E’ vero che il meccanismo della cessione del credito o dello sconto in fattura ha creato una pseudo moneta parallela, ma è una moneta che non produce debito pubblico, semmai produce deficit che si compensa in buona parte con gli extragettiti derivanti dai lavori edilizi eseguiti. Non può essere che la mano destra non sappia cosa fa la mano sinistra nell’ambito dello stesso ministero”.

E Catalin Pintilie aggiunge: “Le parole del ministro Giorgetti e della Presidente Meloni non hanno fatto altro che fomentare l’opinione pubblica contro gli imprenditori che hanno lavorato onestamente, facendoci passare per ladri e truffatori. Non so se il Ministro e il Presidente si rendono conto che quando vanno a parlare in tv le loro parole hanno un peso. Sono 15 mesi che aspettiamo una soluzione che non arriva e se arriverà tra un mese sarà troppo tardi. Gli imprenditori e i committenti come verranno risarciti? Cosa farà il Governo con le aziende che sono fallite? Un curatore andrà a svendere quei crediti per due soldi, crediti che verranno utilizzati per intero da chi si approfitterà della situazione acquistandoli a prezzi irrisori e non dall’imprenditore che li avrebbe utilizzati per fare ulteriori investimenti, capaci di portare bene al Paese”.

L’intervento di Salvatore De Martino si concentra sull’aspetto ecologico: “Tutta questa situazione ha creato un blocco di quella parte del superbonus che serviva per seguire la transizione ecologica e l’efficientamento energetico degli edifici. Dobbiamo riscontrare che il vantaggio che si era avuto dal superbonus erano tonnellate e tonnellate di CO2 non immessi in atmosfera, a vantaggio anche della salute pubblica e della santità stessa. Purtroppo questa situazione ci sta portando nella direzione opposta rispetto alle direttive europee, del Green Deal prima e della direttiva Casa green approvata il 9 febbraio scorso”. E aggiunge: “Abbiamo fatto un contratto con un soggetto giuridico che si chiama Stato il quale ci ha detto di anticipare i soldi per affrontare le spese ed essere risarciti con i crediti fiscali. Se un’azienda cambia gli amministratori l’amministratore successivo non può dire ai clienti che sono cambiate le regole e non paga più i suoi clienti. La nostra posizione è apartitica, non ci importa quale soggetto politico ha responsabilità: ci sono cittadini che da 15 mesi aspettano una risposta e c’è un soggetto giuridico, lo Stato, che deve risolvere il problema”.